Tutto quello che devi sapere sulle resine per la pavimentazione
I pavimenti, sia in ambienti domestici sia in quelli industriali, quando sono di qualità dubbia si deteriorano molto velocemente. Nel tempo si creano screpolature, distacchi e la scomparsa di parte della lucentezza originale.
Le cause sono spesso riconducibili all’utilizzo spropositato di detergenti a cui va sommata anche una cattiva manutenzione.
Esistono diverse possibilità per risolvere questo problema:
- Incollare nuove piastrelle sul vecchio pavimento
- Rimuovere il vecchio pavimento e metterne uno nuovo
- Usare pavimenti in resina
Cosa sono i pavimenti in resina?
Si tratta di una particolare metodologia di pavimentazione che fa uso di speciali resine che vengono direttamente gettate in opera.
Dotato di una semplice finitura e grande facilità di posa, ha una storia molto antica. Resine vegetali estratte dagli alberi venivano infatti già utilizzate per la protezione e il rivestimento delle chiglie delle navi.
A oggi, ne vengono utilizzate principalmente di sintetiche, ottenute tramite processi chimici industriali. La più utilizzata in edilizia è quella epossidica ed è particolarmente indicata per edifici commerciali, negozi, alberghi, ospedali e ristoranti, ma possono essere usate anche per soluzioni domestiche.
Conosci le normative?
Forse non lo sai, ma la posa in opera della resina è regolamentata da una normativa, la UNI 10966, che indica nello specifico tutti i passaggi e regole da adottare per l’applicazione di rivestimenti resinosi, sia per interni sia per esterni.
Questo per denotare che esiste una sequenza, o come viene definita a livello tecnico, un “ciclo applicativo” per ogni tipologia di resina. In essa si esplicitano quanti debbano essere gli strati di rivestimento, i tempi di indurimento e tutte le varie accortezze per avere una massima resa.
La messa in posa può essere fatta seguendo due diverse metodologie, a seconda che la resina si incorpori o meno allo strato sottostante.
Vediamo quali sono.
Rivestimenti incorporati
In questo caso, la resina viene assorbita dal supporto sulla quale viene collocata. Si tratta più di un trattamento impregnante-consolidante che una vera messa in opera che consiste nella stesura di uno strato di materiale (trasparente o colorato), utilizzato per irrobustire o impermeabilizzare la parte sottostante.
Vi è da specificare che prima dell’effettiva applicazione, la superficie deve essere pre-trattata con l’utilizzo di un’altra resina a base acqua per renderla omogenea.
Sistemi riportati
In questo caso, vengono sovrapposti più e più strati di resina, con uno spessore variabile che può arrivare fino ai 10mm.
Sotto questa metodologia, possono essere individuati ben quattro cicli applicativi diversi, corrispondenti ad altrettanti sistemi:
- Sistemi autolivellanti: come dice il nome, sono in grado di appianarsi autonomamente costituendo una superficie omogenea e perfetta. Vengono spesso utilizzati sia nei centri commerciali, sia in zone carrabili, con un’ottima resistenza all’usura, sia chimica sia meccanica. Lo spessore medio di questa pavimentazione varia tra 1,5 e 3,5 mm.
- Sistemi a più strati: in questo caso si tratta di strati diversi della stessa tipologia di resina, intervallati però da strati di poveri di quarzo che ne agevolano l’aderenza l’uno all’altro. In questo caso, la superficie di applicazione deve essere preventivamente preparata, levigata e carteggiata per facilitare la presa. Lo spessore medio si aggira tra i 3 e i 4 mm.
- Pavimento in resina a pellicola sottile o a spessore: realizzato con prodotti vernicianti ottenuti con resine epossidiche a bassa viscosità, si presentano generalmente come un film continuo e uniforme. Vengono utilizzate principalmente in campo industriale per la loro proprietà di aderire in modo perfetto ai supporti in calcestruzzo, per la tenuta all’usura e per la velocità di applicazione. Lo spessore varia tra 0,3 e 1 mm.
- Malta resinosa: è un particolare rivestimento su cui alla resina viene aggiunto del quarzo. Questa composizione lo rende molto efficace e resistente ai carichi pesanti e a stress meccanici. Tuttavia, essendo molto viscosa, non è autolivellante e quindi deve essere stesa a mano. In questo caso, lo spessore è tendenzialmente superiore ai 1,5mm.
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