I pavimenti, sia in ambienti domestici sia in quelli industriali, quando sono di qualità dubbia si deteriorano molto velocemente. Nel tempo si creano screpolature, distacchi e la scomparsa di parte della lucentezza originale.
Le cause sono spesso riconducibili all’utilizzo spropositato di detergenti a cui va sommata anche una cattiva manutenzione.
Esistono diverse possibilità per risolvere questo problema:
Si tratta di una particolare metodologia di pavimentazione che fa uso di speciali resine che vengono direttamente gettate in opera.
Dotato di una semplice finitura e grande facilità di posa, ha una storia molto antica. Resine vegetali estratte dagli alberi venivano infatti già utilizzate per la protezione e il rivestimento delle chiglie delle navi.
A oggi, ne vengono utilizzate principalmente di sintetiche, ottenute tramite processi chimici industriali. La più utilizzata in edilizia è quella epossidica ed è particolarmente indicata per edifici commerciali, negozi, alberghi, ospedali e ristoranti, ma possono essere usate anche per soluzioni domestiche.
Forse non lo sai, ma la posa in opera della resina è regolamentata da una normativa, la UNI 10966, che indica nello specifico tutti i passaggi e regole da adottare per l’applicazione di rivestimenti resinosi, sia per interni sia per esterni.
Questo per denotare che esiste una sequenza, o come viene definita a livello tecnico, un “ciclo applicativo” per ogni tipologia di resina. In essa si esplicitano quanti debbano essere gli strati di rivestimento, i tempi di indurimento e tutte le varie accortezze per avere una massima resa.
La messa in posa può essere fatta seguendo due diverse metodologie, a seconda che la resina si incorpori o meno allo strato sottostante.
Vediamo quali sono.
In questo caso, la resina viene assorbita dal supporto sulla quale viene collocata. Si tratta più di un trattamento impregnante-consolidante che una vera messa in opera che consiste nella stesura di uno strato di materiale (trasparente o colorato), utilizzato per irrobustire o impermeabilizzare la parte sottostante.
Vi è da specificare che prima dell’effettiva applicazione, la superficie deve essere pre-trattata con l’utilizzo di un’altra resina a base acqua per renderla omogenea.
In questo caso, vengono sovrapposti più e più strati di resina, con uno spessore variabile che può arrivare fino ai 10mm.
Sotto questa metodologia, possono essere individuati ben quattro cicli applicativi diversi, corrispondenti ad altrettanti sistemi:
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